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al testo di Alessio Tesi
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L’etere, protettore e protetto d’inedia narcisa sollazzo nel guazzabuglio multimediale fibre fradice sul fronte albeggiano residui passati di un dolore presente
Ivi marciscono file di volti cadenti residui di scatti ardenti ora lamenti batti le dita sui denti la condanna, l’alimenti dove sono andati quei luoghi ferventi?
Il dolore è il mandante dell’anima militante
Galassie virtuali: dov’è che ti perdi? prigioni dorate di livore, d’acredine l’Ego decollato da sguardi muti e da voci cieche
Non vi è un luogo che si va cercando quand’esso è annullato dall’impeto della ricerca: eterna e vive e si alimenta di un’illusione maldestra
L’impotenza è veemenza madida di vanagloria irrisoria refrattaria vittoria in perenne resa, di una gravida attesa di noi, d’eroi. |
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